“Le Père Zim – Zim”, ovvero uno degli ultimi “Violaires” dal Piemonte.
Molti di voi avranno sicuramente visto queste fotografie “d’antan” che ritraggono il famoso “Père Zim – Zim”, personaggio che girava le vie di Nantes verso la fine dell’800. Bene, il signore in questione in realtà si chiamava Giuseppe Antonio Palemone, era nato nel 1835 o 1836 a Rittana (CN), i suoi genitori erano “Paulin” Palemone, calzolaio e Maria Goletto, casalinga. Nacque settimino e mantenne per tutta la vita quell’aspetto mingherlino e claudicante che lo contraddistingueva. Suonando la “viola” in giro per le strade di Francia, pensò bene di mettere radici a Nantes, in Bretagna. Suonava una ghironda di Jenzat (Allier) e si guadagnò il suo soprannome per via nel suono nasale e ritmico del suo strumento: zin, zin, zin…. Si dice che fosse molto ricco (ma poi lui smentì queste voci maligne, in effetti era indigente), si sposò con Marie Louise Rannou, già madre di un bambino avuto da una precedente relazione e si stabilì al 15 di rue Geoffroy Drouet. Giuseppe Palemone riconobbe lui stesso questo figlio, che da allora in poi si chiamò Louis-Paul Palemone. Il repertorio del “Père Zim – Zim” era composto da pochi brani, lo ricordano che sembrava un grosso insetto vagante visto da dietro, si tirava sul davanti la ghironda con una cinghia e, dopo aver controllato l’accordatura e intonato qualche scala, partiva con l’esecuzione de ” La belle Hélène” o di “Marie trempe ton pain”, canzonette in voga allora. Nulla di tradizionale, una riconferma che i suonatori nostrani cercassero di guadagnarsi la pagnotta alla belle e meglio, sfruttando le canzoni alla moda. Nel finire della sua carriera, soleva accompagnarsi con un povero mendicante denominato “Gobe la Lune” (Louis-Dominique Dolgéard, nato a Pleurtuit nel 1872, deceduto all’ospizio di Brest nel 1934), un cantore di strada che doveva il suo soprannome ad una malattia che lo costringeva a fissare sempre lo sguardo verso l’alto. Il duo è ricordato in numerosi libri e giornali dell’epoca, finendo ritratto in parecchie cartoline e illustrazioni di inizio secolo. Giuseppe Palemone morì il 27 Maggio 1908 all’età di 73 anni, presso un caffè di Nantes mentre esercitava il suo mestiere. Un “murales” ancor oggi lo ricorda in Piazza della Borsa di Nantes e una “bouvette” dove lui era solito esibirsi ha voluto lo stesso ricordarlo con un affresco. Uno degli ultimi “Violaires”, scappato dalla povertà a cercar fortuna lontano dal suo paese….
Le sorprese non finiscono mai… Chi ha letto l’articolo sul “Père Zim Zim” precedente, avrà letto che Giuseppe Palamone aveva un repertorio limitato. Uno dei brani che eseguiva era “Marie trempe ton pain”. Ecco, la melodia che potreste sentire è nientemeno che la Monferrina “Checco delle Langhe”, la più antica Monferrina mai ritrovata su spartito (vedere e leggere a riguardo le ricerche di Giuliano Grasso e Maurizio Padovan). Questo può far riflettere sui confini tra musiche regionali cosiddette “incontaminate”, confini culturali e “fabbrica dell’appetito” da soddisfare.